L’ex Parco Regionale dei Monti Sicani

Autore:
Santo Gulisano
11/05/2024 - 04:15

A parte il Parco Fluviale dell’Alcantara, la Regione Siciliana conta, in atto, tre Parchi Naturali Regionali (“delle Madonie”, “dei Nebrodi” e “dell'Etna”), che, in alcuni periodi, sono stati, invece, quattro, data la vigenza di quellodei Monti Sicani”.

Una storia complessa e tormentata, quella legata a quest’ultimo territorio, che inizia con la Legge Regionale 14 maggio 2009, n. 6, che, all’art. 64, prevedeva, appunto, l’istituzione delParco dei Monti Sicani”. Per l’attuazione di tale norma, venne perfezionato il Decreto Assessoriale n.160 del 15 settembre 2010 istitutivo che, però, venne superato, qualche mese dopo, dal Decreto Assessoriale n. 57 del 19 aprile 2011 di annullamento, emesso in esecuzione delle sentenze nn. 356, 357 e 358 del 2011 del Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia, sede di Palermo. Un nuovo decreto istitutivo venne, poi, alla luce il 25 luglio 2012; annullato - anche questo - per gli effetti della decisione del TAR del 24 aprile 2013.

Un successivo ulteriore decreto istitutivo del 19 dicembre 2014 ne ha, poi, consentito il ripristino, durato, però, solo fino al 23 luglio 2019 allorquando la stessa Regione Siciliana emanava il Decreto 390 di annullamento in seguito al pronunciamento del TAR del mese precedente. Con quest’ultimo decreto vengono, contemporaneamente, re-istituzionalizzate le quattro riserve naturali orientate di Monte Cammarata, dei Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio, di Monte Carcaci e di Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco che, formalizzate già nei decenni precedenti, avevano fatto parte integrante dell’Ente Parco.

Le ragioni che erano state alla base dei sopra ricordati tentativi di costituzione di un unico grande parco risiedevano, appunto, nell’opportunità di ricondurre ad una connessione organica ed una progettualità unitaria le aree frazionate di queste riserve, tra loro molto vicine, che, con l’inclusione delle relative aree di collegamento, avrebbero costituito un unicum di ben 43.687 ettari che, di sicuro, avrebbe potuto meglio tutelare e, soprattutto, ancor più valorizzare l’omogeneo comprensorio della Sicilia centro-occidentale ricadente all’interno dei sei Comuni dell’agrigentino di Bivona, Burgio, Cammarata, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina e Sambuca di Sicilia e di quelli del palermitano di Castronovo di Sicilia, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Giuliana, Palazzo Adriano e Prizzi.

La costituzione del Parco non era (come continua a non essere) una semplice aggregazione di territori già, comunque, protetti, ma l’istituzionalizzazione (peraltro con molti più poteri effettivi) di una entità in grado di estendere e di rendere più efficaci le azioni di conservazione della natura dell’intera area; di incremento della biodiversità, nel rispetto di obblighi internazionali assunti a livello comunitario; e, in una logica di sistema di Rete Ecologica Siciliana, di garanzia per gli elementi di continuità e collegamento tra ambiti caratterizzati da elevata naturalità.

Tale elevata naturalità è conseguenza della notevolissima geodiversità dei Monti Sicani che ha permesso una considerevole varietà di associazioni vegetali ed una forte diversificazione paesaggistica: fatta eccezione per quelle altomontane e costiere, qui sono presenti, infatti, quasi tutti gli habitat naturali che, in generale, caratterizzano l'intera Sicilia.

Ma altrettanto importante è la presenza degli endemismi, buona parte dei quali circoscritti ai soli Monti Sicani, e di specie rare o di rilevante interesse fitogeografico, come le endemiche incluse fra le emergenze floristiche, talune delle quali conservano le uniche stazioni note in Sicilia proprio in questo territorio.

Da non sottovalutare, comunque, le diverse specie presenti nelle foreste (estese per circa 20.000 ettari); come quelle della flora tipica delle zone montane, data la presenza di numerosi rilievi che superano abbondantemente i mille metri di altezza; come pure quelle, alle quote più basse, appartenenti alle più belle erbacee da fiore, come il Giaggiolo siciliano o le Orchidee di Robert e di Branciforti, raro esempio di endemismo siculo-sardo.

Particolarmente espressivi, infine, anche gli habitat umidi e le aree di recente rimboschimento con specie alloctone impiantate nei decenni passati con finalità di difesa dall'erosione.

Per quanto riguarda la fauna, nell’intera area sono presenti quasi tutti i Mammiferi siciliani autoctoni (Gatto selvatico, Volpe, Donnola, Martora, Riccio, Istrice, Lepre, ecc.); diversi Anfibi (Rospo, Discoglosso dipinto, Raganella, ecc.); molti Rettili, almeno tredici delle ventidue specie autoctone siciliane (Luscengola, Biacco, Colubro liscio, Saettone occhirossi, Natrice dal collare, Testuggine di Hermann, Testuggine palustre); più di duecento specie di Insetti. Ma sono gli Uccelli, soprattutto i rapaci, che rivestono la maggiore importanza faunistica per la presenza di circa cento specie nidificanti autoctone, un numero appena inferiore al totale di quelle presenti in Sicilia.

Da ricordare, inoltre, che gran parte del ricco e variegato campionario delle specie presenti è stato inserito dalla CEE nell’elenco di Uccelli di interesse comunitario, la cui salvaguardia richiede misure adeguate di conservazione.

Anche per quest’ultimo aspetto, di tanto in tanto (ed anche negli ultimissimi tempi), riemerge la richiesta di andare a rivalutare la possibilità di ripristinare un unico grande Parco per l’intera regione sicana, che, peraltro, già, da anni, risulta inserita nel programma mondiale IBA (Important Bird Areas).

 

Fotografie: Regione Siciliana - Osservatorio Regionale Biodiversità Siciliana

In copertina: Riserva Naturale Orientata "Monte Cammarata" - Foto di Gero Cordaro

All’interno: 1) Riserva Naturale Orientata "Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio"

2) Riserva Naturale Orientata "Monte Carcaci"

 

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