Riciclare le mascherine per realizzare strade e marciapiedi

Autore:
Redazione
11/02/2021 - 05:45

Diventate compagne di vita essenziali ai fini del contenimento del Covid-19, le mascherine usa e getta, assolto il loro compito, possono essere riutilizzate per costruire strade, dando vita così ad una brillante soluzione di economia circolare per smaltire i rifiuti prodotti a causa della pandemia.

La notizia ci arriva da un articolo pubblicato su Science of the Total Environment in cui ricercatori del Royal Melbourne Institute of Technology - RMIT (Australia) hanno dimostrato che per realizzare un chilometro di una strada a due corsie potrebbero essere utilizzati circa 3 milioni di mascherine, circostanza che impedirebbe a 93 tonnellate di rifiuti di finire in discarica.

Il primo autore della ricerca, il dottor Mohammad Saberian, ha spiegato che il materiale per la costruzione di strade sviluppato dal suo team - un mix di mascherine monouso sminuzzate e macerie lavorate di vecchi edifici - soddisfa gli standard di sicurezza dell’ingegneria civile. Il gruppo di scienziati ha elaborato questo metodo di riciclo rifiuti, sostenendo che le mascherine conferiscono rigidità e resistenza al prodotto finale, progettato per essere usato per la realizzazione di strade e marciapiedi.

L'utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI) è aumentato notevolmente a causa del Covid-19, con circa 6,8 miliardi di mascherine facciali usa e getta utilizzate in tutto il mondo ogni giorno. Pertanto, ha sottolineato il dottor Saberian, sono ora necessari approcci multidisciplinari e collaborativi per affrontare l'impatto ambientale della pandemia, in particolare proprio i rischi associati allo smaltimento dei DPI usati.

«Questo studio iniziale ha esaminato la fattibilità del riciclaggio di mascherine monouso per realizzare strade e siamo stati contenti di scoprire che non solo funziona, ma offre anche vantaggi ingegneristici reali», ha aggiunto l’esperto del RMIT. «Ci auguriamo che questo apra la porta ad ulteriori ricerche, per elaborare modi di gestire i rischi per la salute e la sicurezza su larga scala e indagare se anche altri tipi di DPI siano adatti al riciclaggio».

Saberian ha anche spiegato che la struttura del manto stradale è costituita da quattro strati diversi, ciascuno dei quali deve essere resistente e flessibile, per sopportare le pressioni dei veicoli pesanti e prevenire fessurazioni. Le mascherine vengono addizionate alle macerie di edifici, note come aggregati di calcestruzzo riciclato (Recycled Concrete Aggregate - RCA), per migliorare la resa del materiale. Questo metodo consente, dunque, di intervenire sullo smaltimento delle mascherine e allo stesso tempo delle macerie RCA. La miscela ottimale identificata dal gruppo di ricerca prevede l'1% di DPI e circa il 99% di macerie edilizie.

In un lavoro correlato, gli autori hanno anche esaminato la possibilità di usare le mascherine sminuzzate come materiale aggregato per la produzione di calcestruzzo, e i risultati preliminari, riferiscono gli scienziati, sono stati molto promettenti.

«Sappiamo che queste mascherine, anche se vengono smaltite correttamente, finiscono in discarica o incenerite. La pandemia ha creato una crisi sanitaria ed economica globale, ma ha pure avuto effetti drammatici sull'ambiente. Se riuscissimo a sensibilizzare tutti riguardo l'importanza dell'economia circolare dei rifiuti, potremmo sviluppare le soluzioni intelligenti e sostenibili di cui abbiamo bisogno», ha detto in conclusione il professor Jie Li della RMIT School of Engineering.

(Fonte: AGI/RMIT University - Foto di copertina: Pixabay)

 

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