Il cambiamento climatico ha reso le foreste europee più vulnerabili
Il cambiamento climatico ha reso le foreste europee sempre più vulnerabili rispetto a pericoli come incendi, epidemie di insetti e parassiti dannosi, forte vento.
A dare maggiori informazioni su questa ulteriore minaccia dovuta al riscaldamento globale è un nuovo studio che, intitolato Emergent vulnerability to climate-driven disturbances in European forests e portato avanti dal Centro Comune di Ricerche (Joint Research Centre - JRC) della Commissione Europea a Ispra (Varese), in collaborazione con il Max Planck Institute e le università di Firenze, Valencia ed Helsinki, si basa su dati raccolti negli ultimi quarant’anni.
Quantificare gli effetti dei disturbi naturali sulla resilienza e produttività delle foreste su larga scala è una sfida importante. I risultati ottenuti con questo lavoro, pubblicati su Nature Communications, contribuiscono a comprendere meglio i potenziali disturbi naturali causati dal clima sulle foreste europee, aiutando a guidare la gestione delle foreste e definire politiche di adattamento per affrontare queste vulnerabilità.
Il riscaldamento globale mette in pericolo oltre la metà delle foreste del continente. Questo vale anche per l'Italia, che ha il suo punto debole nelle foreste dell'arco alpino.
«C'è però un ampio margine di miglioramento perché i dati dimostrano che la vulnerabilità dipende fortemente da parametri strutturali come altezza ed età delle foreste e grado di copertura fogliare, su cui è possibile intervenire con appropriate strategie di adattamento», spiega Giovanni Forzieri, ingegnere ambientale del Centro Comune di Ricerche tra gli autori della ricerca.
Le foreste e altri terreni boscosi coprono oltre il 40% dell'Europa, rendendola in questo senso una delle regioni più ricche del mondo. Oltre a fornire legname e prodotti in legno, le nostre foreste ospitano molti ecosistemi e costituiscono una parte importante della biodiversità europea. Incapaci di reagire ai cambiamenti più repentini, per la lentezza che caratterizza la crescita degli alberi, le foreste ora più che mai sono sotto pressione a causa del riscaldamento globale, che amplifica le maggiori minacce naturali.
Gli studiosi come detto hanno provato a ricostruire l'evoluzione di queste vulnerabilità nel corso degli ultimi quarant’anni: lo hanno fatto grazie a dei sistemi di apprendimento automatico, con cui hanno integrato i dati satellitari con quelli relativi al clima e ai fattori perturbanti che hanno colpito le foreste dell'Europa (incluse quelle di Turchia e Russia europea) tra il 1979 e il 2018.
Le conclusioni della ricerca indicano che almeno il 60% della biomassa delle foreste europee (oltre 33 miliardi di tonnellate in totale) è a rischio e ciò rende parecchio incerto il futuro ruolo delle foreste per l'approvvigionamento del legno o il sequestro del carbonio.
La suscettibilità al forte vento in grado di sradicare le piante è più accentuata in Norvegia, nella parte settentrionale delle isole britanniche, in Portogallo e nell'Europa meridionale, soprattutto nelle zone montuose (Alpi, Caucaso, Carpazi) dove la vulnerabilità (cioè la percentuale di biomassa che potrebbe essere persa) raggiunge il 40%. Gli incendi sono una minaccia soprattutto per Svezia, Finlandia, Russia europea, Turchia e parte meridionale della penisola iberica, ma sono sempre più presenti anche in Italia. La suscettibilità agli attacchi degli insetti è complessivamente cresciuta dal 2000 a oggi, addirittura del 2% per decennio nelle foreste del nord (in alcune aree della Scandinavia e della Russia) dove l'aumento delle temperature è più veloce.
(Fonte: ANSA/JRC - Foto di copertina: Pixabay)
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