
Monastero dei Benedettini di Catania: dai progetti architettonici del XVI secolo al progetto guida dell’architetto Giancarlo De Carlo del XX secolo

La storia del Monastero dei Benedettini di San Nicolò l’Arena di Catania inizia nel novembre del 1558, anno in cui il Viceré di Sicilia, Giovanni la Cerda, in rappresentanza del Re di Spagna Filippo II d’Asburgo, presenziò alla posa della prima pietra del luogo detto “Della Cipriana”.
Nel 1577 i monaci entrarono in possesso del nuovo edificio che venne inaugurato con una grande processione delle reliquie del Santo Chiodo, ma il trasferimento nell’edificio avvenne solo nel 1578, quando ancora erano in corso i lavori di edificazione e di ampliamento del piano terra, del chiostro, del dormitorio e della chiesa.

La chiesa era il cuore dell’abbazia ed attorno ad essa si sviluppavano tutte le altre strutture dell’edificio: i chiostri, la cucina, i dormitori, la biblioteca, la sala capitolare, i refettori, la sala delle oblazioni, i magazzini, i forni, i lavatoi, l’infermeria, le scuderie, i giardini e i locali per gli ospiti.
Le attività quotidiane ruotavano attorno al lavoro, alla liturgia, alla lettura, ai pasti e al riposo e i monaci vivevano secondo la regola di San Benedetto.
Nel marzo del 1669 si registrò una terribile eruzione dell’Etna che arrivò fino al monastero, in parte colpito dalla colata lavica. Furono distrutti dal magma i giardini esterni, i magazzini, le stalle e, dalla parte di levante, la colata lavica squarciò la chiesa causando il crollo del tetto.
Con un primo intervento di restauro, l’area interessata dall’eruzione venne sgomberata dalla lava ormai solidificatasi e furono rafforzati i muri lesionati.

La scossa del 9 gennaio 1693 causò il crollo sia della galleria presente al primo piano della struttura sia delle 12 colonne che la sorreggevano e quella dell’11 gennaio del 1693 rase al suolo tutto l’edificio.
Nel 1702 vennero rialzate le colonne del chiostro e ripresa la costruzione della chiesa, occupando ben 10 ettari di terreno. Tra gli architetti che si dedicarono alla ricostruzione del monastero ricordiamo: Francesco Battaglia con il figlio Antonino, Stefano Ittar e Giuseppe Palazzotto. Successivamente venne chiamato l’architetto Tommaso Amato che progettò i due dormitori di mezzogiorno e di levante, caratterizzati da uno stile arabo-moderno.
Dopo un periodo nel quale aveva lavorato l’architetto Andrea Amato, nel 1734 il cantiere venne affidato all’architetto Francesco Battaglia che, nel 1738, ebbe il compito di costruire il nuovo refettorio.
Successivamente venne nominato l’architetto Giovanni Battista Vaccarini, fondamentale per i lavori nell’ambito catanese, che venne favorito dall’abate palermitano Giuseppe Maria Vassallo, presente nel Monastero tra il 1738 e il 1741.

L’ultimo architetto del XIX secolo fu Mario Musumeci che completò i due chiostri nel 1841.
Nel XX secolo si inserisce una figura fondamentale per il Monastero dei Benedettini di Catania: l’architetto Giancarlo De Carlo. Il cantiere benedettino contemporaneo apre ufficialmente nel 1977 e rimarrà aperto per ben 25 anni.
De Carlo viene aiutato alla comprensione pura del luogo dall’incontro di tre singolari personaggi: Giuseppe Giarrizzo, grande storico dotato di dirompente energia intellettuale; Vito Librando, uno storico dell’arte conoscitore dell’architettura catanese; Antonino Leonardi, geometra appassionato dei segreti della costruzione e della progettazione architettonica.

In quegli anni l’Istituto di Archeologia dell’Università e poi la Soprintendenza dei Beni Culturali di Catania conducono varie campagne di scavo, che, oltre a confermare i ritrovamenti settecenteschi del Principe di Biscari, portano alla luce, all’interno del Monastero, importanti reperti, essenzialmente romani, che in parte condizioneranno lo sviluppo di alcune parti del Progetto guida (cortile est, scuderie sud e seminterrato nord del chiostro di ponente) creato dall’architetto De Carlo nel 1984.
I ritrovamenti archeologici, che racchiudono un arco temporale dalla preistoria al medioevo e mettono in evidenza anche la chiara struttura cinquecentesca del monastero benedettino, portano a nuove chiavi di lettura della struttura.

Nel 1986 il Progetto guida viene presentato pubblicamente ed approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Università; questo costituisce un punto di partenza per il proseguimento dei lavori.
Durante lo svolgimento dei lavori di ristrutturazione del secondo piano del monastero benedettino, Catania viene colpita dal terremoto il 13 dicembre del 1990.
Per fortuna la struttura non riscontra gravi danni, ma l’evento sollecita determinate soluzioni di messa in sicurezza più idonee per il monastero.

Durante i lavori di ristrutturazione delle scuderie sud vengono portati in luce i resti di una strada romana, tale evento genera una crisi momentanea che porterà ad un’interruzione del cantiere fino alla ripresa dei lavori nel 1999.
Con la riapertura del cantiere alla fine del XX secolo avviene anche l’inizio dei lavori per la realizzazione del famoso Auditorium, ormai aula magna principale del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania.
Nel 2002 si è giunti alla fine del progetto, tutti i lavori appaltati negli anni precedenti sono ultimati ed i locali già utilizzati sono in corso di arredamento (seminterrato nord). Resteranno solo pochi interventi per completare l’opera: l’ultimo lotto delle aule nelle scuderie sud, il coro di notte, la pavimentazione del refettorio, la sistemazione del chiostro di levante e, infine, la ricostruzione della fontana del chiostro di ponente.
La fine dei lavori sarà nel 2003 e nel 2004 il Progetto di De Carlo per il Monastero dei Benedettini diviene oggetto dell’esposizione “Des lieux, des hommes” al Centre Pompidou di Parigi.
Quattro anni dopo, nel 2008, il Monastero viene riconosciuto come “Opera di Architettura Contemporanea” dalla Regione Siciliana.

Immagini all'interno dell'articolo
- Monastero dei Benedettini - Prospetto esterno
Foto di Nicolò Arena - Opera propria, CC BY-SA 4.0
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- Monastero dei Benedettini - Fontana del chiostro di ponente
Foto di Nicolò Arena - Opera propria, CC BY-SA 4.0
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È nata a Catania il 15 novembre 1995. I suoi studi in ambito storico-artistico prendono avvio nel 2016 con il primo corso di laurea in Beni Culturali che ha termine nel luglio 2019 con una tesi di ricerca sul pittore Pietro Novelli. A due anni di distanza dalla prima Laurea, consegue nel novembre 2021 la magistrale in Storia dell’Arte e Beni Culturali con una tesi di ricerca su alcuni esemplari del Cinquecento posseduti dalle Biblioteche Riunite “Civica e A. Ursino Recupero” di Catania.
A gennaio 2022 entra a far parte della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, approfondendo i suoi studi sulla Storia dell’Arte Moderna. In particolare, il suo lavoro sul patrimonio culturale del Seicento siciliano contribuisce a ridare un nuovo slancio alla storia dell’arte italiana. Attualmente ha numerose pubblicazioni al suo attivo in riviste artistico-letterarie.