Avola, una città e la sua biblioteca

Autore:
Nerina Bono
14/12/2022 - 02:25

Il nome Avola deriva dall’araboabollahcon il significato difamiglia, tribù di persone”. L’originario sito di Avola, distrutta dal terremoto del 1693, sorgeva sul monte Aquilone delimitato a nord dalla Cava Grande del Cassibile che dal 1984 è riserva naturale, nell’ultimo tratto, lungo le pareti rocciose si trova una grandissima necropoli con oltre 2.000 tombe a grotticelle dell’XI-IX secolo a.C.. La nuova città venne fondata dal principe Nicolò Aragona Pignatelli in un sito pianeggiante, nei pressi del mare, con un interessante schema che richiama ideali rinascimentali. Il nuovo abitato fu costruito all’interno di un esagono regolare. La riedificazione settecentesca fece sorgere numerosi edifici in stile barocco, pregevoli architettonicamente e ricchi di opere d’arte. Tante le tele della Chiesa Madre di pregevole fattura - ricordiamo, inoltre, una statua lignea della patrona S. Venera, rivestita d’argento e d’oro opera di E. Puglisi Candulli. Da segnalare, poi, la Chiesa dei Cappuccini nella quale si trova un ciborio di preziose essenze lignee, intagliato negli anni Sessanta del ‘600 dal frate Giuseppe da Ragusa, posto sull’altare maggiore. L’altare è un apparato ligneo sormontato da un polittico avente al centro l’Esaltazione della Santa Croce, raffinata tela della fine del ‘500 attribuita al pittore fiammingo Franz van de Kasteele.

Nell’800 la città ha assistito a un notevole sviluppo demografico e urbanistico con una significativa fioritura edilizia in stile Neoclassico ad opera anche dell’ingegnere Salvatore Rizza, il quale realizzò la Torre dell’Orologio, il Palazzo di Città, il Palazzo di Giustizia, il Mercato Comunale, il Teatro Garibaldi.

Dei primi anni del Novecento è l’architettura in stile Liberty molto diffusa e apprezzata in larghe parti della città.

Nella seconda metà dell’Ottocento, col progredire degli studi sulla questione dell’igiene e sulla innovazione tecnologica legata alle strutture edilizie in ferro, in tutta Europa sorsero i mercati coperti. Ad Avola dopo l’Unità d’Italia, con l’epidemia colerica verificatasi nella provincia di Siracusa nel 1881, le disposizioni di polizia sanitaria obbligarono il Municipio ad occuparsi della salute pubblica individuando il luogo più adatto per la vendita dei principali “commestibili”. Fu scelto dal sindaco, il farmacista Gaetano D’Agata, uno spiazzo che apparteneva al vecchio monastero dei Benedettini e che per ragione di pubblica utilità era passato al Comune. L’esproprio del monastero era stato reso possibile, dopo l’Unità d’Italia, dall’applicazione dei provvedimenti governativi emanati dalle leggi del 7 luglio 1866 e 15 agosto 1867 aventi per oggetto la soppressione degli istituti religiosi. I beni confiscati divennero proprietà dello Stato e destinati ad uso di pubblica utilità. L’incarico di progettazione fu affidato all’architetto e ingegnere comunale Salvatore Rizza. Il Mercato fu l’ultima opera pubblica che realizzò in Avola e che per la forma, l’estetica e i contenuti si può considerare la più riuscita dell’insigne architetto. I lavori iniziarono nel 1892 e furono ultimati tre anni dopo. Le foto dell’esposizione permanente allestita nella sala lettura della Biblioteca Comunale, originariamente la galleria aperta del pesce, testimoniano le attività lavorative che in esso si svolgevano e presentano le persone che nel Mercato vissero dietro un bancone.

Nel 1971 il Mercato fu definitivamente chiuso dall’amministrazione comunale e fu adibito a Biblioteca Comunale. La Biblioteca custodisce circa 35.000 volumi, quattro incunaboli (libri stampati con la tecnica a caratteri mobili tra la metà del XV secolo e l'anno 1500 incluso, risalenti quindi agli inizi della stampa), alcuni manoscritti, circa 782 volumi del periodo compreso tra il XVI e il XVIII secolo provenienti dal Fondo Antico dei Cappuccini, l’Archivio Notarile mandamentale al cui interno sono conservati Atti e Rogiti risalenti agli inizi del 1800, l’Archivio Storico Comunale dello stesso periodo. La Biblioteca fu intitolata allo studioso e botanico Giuseppe Bianca.

Numerose sono le iniziative di carattere storico-culturale di cui si fa promotrice la Biblioteca ricordiamo le più recenti: il progetto nazionaleNati per leggeredestinato ai bambini; il Weekend di Cartain collaborazione con il Ministero della Cultura e l’ Archivio di Stato di Siracusa. La Biblioteca, inoltre, è sempre disponibile ad accogliere tutte le iniziative culturali proposte dalle numerose Associazioni avolesi che ne fanno richiesta, essa aderisce al Servizio Bibliotecario Nazionale di Siracusa, organizzato nel Polo Sistema Bibliotecario Provinciale di Siracusa.

 

In copertina: Panorama di Avola - Foto di Lamberto Zannotti, CC BY-SA 3.0

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Immagini all’interno: Biblioteca Comunale di Avola

 

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