Nelle acque trovate 299 sostanze inquinanti su 426 cercate

Autore:
Redazione
28/12/2020 - 02:42

Dati allarmanti. Dati che dovrebbero far riflettere e spingerci al cambiamento.

Complessivamente sono state cercate nelle acque 426 sostanze inquinanti e, purtroppo, ne sono state trovate 299. Gli insetticidi sono la classe di sostanze più rinvenute, a differenza del passato, quando erano gli erbicidi. Le indagini hanno riguardato 4.775 punti di campionamento e 16.962 campioni; nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 77,3% dei 1.980 punti di monitoraggio, in quelle sotterranee nel 32,2% dei 2.795 punti. Le concentrazioni misurate sono in genere frazioni di µg/L (parti per miliardo), ma gli effetti nocivi delle sostanze si possono manifestare anche a concentrazioni molto basse.

Questi alcuni dei dati emersi dal Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che è il risultato di un complesso lavoro che vede la collaborazione di tutte le componenti del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, predisposto dall’ISPRA sulla base delle informazioni trasmesse da Regioni e Province Autonome, che attraverso le Agenzie Regionali e Provinciali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA e APPA) effettuano le indagini sul territorio e le analisi di laboratorio.

Le informazioni su cui è costruito il documento provengono da indagini svolte a livello regionale, che scontano importanti disomogeneità e non consentono agevolmente un confronto diretto tra diverse aree territoriali. Differenze significative, infatti, ci sono nella densità della rete di monitoraggio e nelle prestazioni dei laboratori che operano spesso con diverse capacità di analisi; il numero delle sostanze cercate, infine, varia sensibilmente da regione a regione. Occorre quindi tener conto di questi fattori e distinguere l’elevata qualità di indagine - che porta a numerosi rilevamenti, anche se talvolta a livelli di concentrazione molto bassi - rispetto ad una inferiore che non rintraccia la presenza dell’inquinante a concentrazioni anche significative con migliore capacità di analisi.

In questo contesto, alcuni livelli di contaminazione, come in passato, risultano più diffusi nella pianura padano-veneta. Questo dipende, oltre che dalle intense attività in agricoltura e dalla particolare situazione idrologica dell’area, anche dal fatto che le indagini sono generalmente più efficaci nelle regioni del Nord. Va detto che in questa edizione del Rapporto sono presenti i dati di tutte le Regioni, e, anche in zone dove prima non evidenziata, emerge ora una significativa presenza di pesticidi nelle acque.

Altri dati emersi: nelle acque superficiali, 415 punti di monitoraggio (21% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti ambientali. Le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono gli erbicidi glifosate e il suo metabolita AMPA, il metolaclor e i fungicidi dimetomorf e azossistrobina; nelle acque sotterranee, 146 punti (il 5,2% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti. Le sostanze più rinvenute sopra il limite sono: gli erbicidi glifosate e AMPA, il bentazone e i metaboliti atrazina desetil desisopropil e i fungicidi triadimenol, oxadixil e metalaxil.

Le vendite di prodotti fitosanitari nel 2018 sono state pari a 114.396 tonnellate; dal 2009 al 2018 si è verificata una sensibile diminuzione delle quantità messe in commercio, indice di un minore impiego delle sostanze chimiche in agricoltura, dell’adozione di tecniche di difesa fitosanitaria a minore impatto e dell’aumento dell’agricoltura biologica.

Nello stesso periodo c’è stato, apparentemente in controtendenza, un aumento della diffusione territoriale della contaminazione che interessa quasi tutte le regioni, soprattutto dovuto alla maggiore copertura ed efficacia dei monitoraggi.

Nelle acque superficiali la percentuale di punti con presenza di pesticidi è aumentata di circa il 25%, in quelle sotterranee di circa il 15%.

I dati evidenziano come in passato la presenza di miscele nelle acque; con un numero medio di quattro sostanze e un massimo di cinquantasei sostanze in un singolo campione. Si deve quindi tenere conto che l’uomo, come altri organismi, è spesso esposto a miscele di sostanze chimiche di cui non si conosce la composizione e, quindi, non si può valutarne il rischio.

 

Fotografia di copertina: Pixabay

 

Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque

www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-nazionale-pesticidi-nelle-acque-dati-2017-2018

 

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