SLA, i calciatori rischiano sei volte di più ma ancora ignote le cause

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Redazione
09/04/2019 - 13:00

I calciatori professionisti si ammalano di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) mediamente molto di più rispetto alla popolazione generale, addirittura sei volte se di alto livello, di serie A. Quello che per molti era solo un sospetto, reso più evidente dalla popolarità del calcio, è ora confermato da uno studio epidemiologico che ha utilizzato undatabaseparticolare: la collezione delle figurine Panini, le stesse passate di mano negli ultimi decenni del secolo scorso fra migliaia e migliaia di ragazzini sognanti a caccia del ritratto del proprio idolo del pallone.

Lo studio, presentato negli USA, a Philadelphia, al meeting annuale dell'American Academy of Neurology, è stato condotto da Ettore Beghi ed Elisabetta Pupillo, ricercatori dell'Istituto Mario Negri di Milano, in collaborazione con Letizia Mazzini dell'Ospedale Universitario di Novara e Nicola Vanacore dell'Istituto Superiore di Sanità. E la ricerca è partita con i nomi dei calciatori presenti negli album di figurine Panini, a partire dalla stagione 1959-1960 fino a quella del 1999-2000, in cui risultavano coinvolti 23.875 atleti di Serie A, B e C, seguiti fino al 2018 dai ricercatori dell'Istituto Mario Negri.

Nel periodo considerato dallo studio sono stati accertati trentadue casi di SLA. I più colpiti risultano essere i centrocampisti: quattordici; più del doppio degli attaccanti: sei; mentre i difensori sono stati nove e i portieri tre.

«Ciò che la nostra ricerca conferma è che il rischio di SLA tra gli ex calciatori è circa due volte superiore a quello della popolazione generale. Analizzando la Serie A, il rischio sale addirittura di sei volte, ma la vera novità consiste nell'aver evidenziato che i calciatori si ammalano di SLA in età più giovane rispetto a chi non ha praticato il calcio. L'insorgenza della malattia tra i calciatori si attesta sui 43,3 anni mentre quella della popolazione generale in Italia è di 65,2 anni», spiega Ettore Beghi.

«Dati che potrebbero non essere definitivi perché alcuni casi potrebbero essere sfuggiti alle inchieste giornalistiche e a quelle giuridiche, le fonti principali delle nostre informazioni», commenta Elisabetta Pupillo.

Un risultato che comunque conferma quello che in tanti avevano solo sospettato, assistendo a questa sorta di epidemia che in Italia ha fatto vittime famose, come Stefano Borgonovo (centravanti del Como, del Milan e della Fiorentina morto nel 2013) che ha anche creato una Fondazione Onlus per aiutare la ricerca su questa malattia.

La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) è una rara malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni del sistema nervoso centrale. I malati perdono gradualmente il controllo di diverse funzioni vitali, come camminare, respirare, deglutire e parlare. Ma che cosa c'entra il calcio? Per il momento nessuno lo sa.

Se lo chiede anche Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori ed ex centrocampista della Roma e della Nazionale, che ha collaborato con l'Istituto Mario Negri. «La ricerca - dice - da una parte preoccupa e dall'altra ci invita a porre attenzione a qualsiasi iniziativa che possa aiutare a saperne di più».

(ANSA)

 

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