Donazione di Sangue. La carenza dei Plasmaderivati
I medicinali plasmaderivati (MPD) sono specialità farmaceutiche assai diverse dai farmaci tradizionali perché il materiale di partenza non è un prodotto di sintesi, ma il plasma umano.
Si tratta di medicinali di recente utilizzo (peraltro in continua e crescente espansione) che risultano particolarmente decisivi per il trattamento di patologie rare come l’emofilia di tipo A e di tipo B (ad esempio, si tenga presente che, per curare una persona con emofilia, occorrono ogni anno 1.200 donazioni di plasma), di altre malattie emorragiche, delle immunodeficienze primarie e delle patologie respiratorie ereditarie e che servono, anche, per prevenire problemi legati al fattore Rh nei neonati, per accelerare la cicatrizzazione dopo interventi chirurgici complessi, per intervenire nelle ustioni devastanti e per sostituire quei componenti mancanti del sangue per carenze congenite.
Quanto sopra, solo, per restare agli impieghi più importanti e tralasciando di citare le interessanti e promettenti indicazioni per altre gravissime patologie che vengono da alcuni studi sperimentali che, purtroppo, non sempre riescono ad essere alimentati come dovrebbero per le scarse disponibilità della rara e insostituibile “materia prima”.
Le quantità indirizzate a tali ricerche si scontrano, infatti, con i volumi necessari alla produzione dei plasmaderivati “in uso” che, in molti casi, necessitano di un elevatissimo numero di donazioni di plasma.
Tali premesse determinano una triste e dolorosa “conflittualità” tra le due parimenti importanti destinazioni che - perdurando l’attuale insufficiente numero di donatori (i soli a poter determinare possibili condizioni diverse) - finiscono con il penalizzare il conseguimento di nuovi attesi farmaci senza, peraltro, riuscire ad assicurare sempre a tutti la disponibilità di quanto è assodato risulterebbe necessario.
Per quanto riguarda l’Italia, la raccolta del plasma è, di sicuro, in deciso e significativo aumento, ma ancora non basta per raggiungere l’autosufficienza di farmaci plasmaderivati e - come certificato dal Centro Nazionale Sangue - il 2023 si è chiuso, pertanto, “in chiaroscuro”.
Stando ai dati ufficiali, occorrerebbero 18 kg di plasma per 1.000 abitanti per permettere al nostro Paese di essere in grado di conseguire l’indipendenza strategica dal mercato estero per il soddisfacimento della domanda di albumina e immunoglobuline. Anche a non voler considerare le quantità di plasma necessarie alla produzione dei tantissimi altri plasmaderivati (perché le albumine e le immunoglobuline restano le più determinanti), l’obiettivo dei predetti 18 kg nel 2023 non è stato, purtroppo, raggiunto.
Nonostante, infatti, il non trascurabile incremento registrato tra i chilogrammi raccolti nel 2022 e quelli nel 2023, pari al +4,255%, il dato medio nazionale è rimasto sotto i 15 kg per 1.000 abitanti e con parziali regionali estremamente divaricati, come precisato dalle tabelle che seguono.
Purtroppo, in entrambe le due rilevazioni, il dato siciliano è rimasto sotto quello medio nazionale nonostante l’eccezionale, encomiabile e “storico” conferimento della provincia di Ragusa.
Rinviando di trattare nelle prossime settimane i parziali delle singole province siciliane e per completare queste prime indicazioni di carattere nazionale, appare opportuno proporre anche la seguente tabella che riassume come, in atto e per grosse e schematiche linee, avviene l’approvvigionamento dei plasmaderivati nel nostro Paese.
Al riguardo non appare inopportuno sottolineare che 70 e 30% sono dati finali “medi” a livello nazionale, sintesi di situazioni regionali eterogenee e con fortissime oscillazioni al loro interno. Condizionate dalle capacità economiche e dalle scelte politiche di ogni singola regione e che, di sicuro, non potranno che ulteriormente divaricarsi a secondo dei nuovi rapporti tra Stato e Regioni e tra le diverse regioni che il processo avviato di Autonomia differenziata (anche in sanità) potrebbe determinare nel prossimo futuro.Un capitolo, questo, che, purtroppo, non sembra essere preso in considerazione come dovrebbe e che, pertanto, lascia prefigurare scenari e prospettive assai inquietanti.
Restando, comunque, all’oggi, realistica e ponderata appare la valutazione espressa recentemente dal direttore in carica del Centro Nazionale Sangue, Vincenzo De Angelis, sulle risultanze del 2023: «Sono dati sicuramente positivi che testimoniano il buon lavoro svolto da tutti gli attori del Sistema Trasfusionale. Eppure ci confermano che serve ancora uno sforzo a tutti i livelli per riuscire a raggiungere l’autosufficienza che metterebbe i pazienti italiani al sicuro dalle incognite di un mercato ormai globalizzato che offre a volte solo garanzie illusorie. Bisognerà sicuramente lavorare per ridurre le differenze tra le Regioni e per aumentare la quota dei donatori di plasma e favorire l’incremento della frequenza tra una donazione e l’altra. Ci sono tantissime persone che sarebbero perfette per donare il plasma, le donne per esempio, che a volte hanno livelli leggermente più bassi di emoglobina, o persone che hanno gruppi sanguigni come l’AB che hanno un utilizzo moderato a livello trasfusionale».
Come siciliani appare quanto mai opportuno sottolineare il passaggio «Bisognerà sicuramente lavorare per ridurre le differenze tra le Regioni» perché - come prima visto - la nostra regione resta sempre sotto le medie nazionali e, pertanto, le conseguenze della carenza dei plasmaderivati nell’Isola non possono non essere che ancora più marcate.
Ma, dato che tutto dipende dal conferimento della preziosa materia prima e che, quindi, non si può prescindere dai comportamenti personali che i singoli cittadini vorranno o meno assumere, appare, per lo meno, assai discutibile ricondurre grandissime responsabilità alle Istituzioni. Che, per carità, ci sono e, purtroppo, pesano, ma che, di sicuro, non possono essere considerate totalizzanti e/o esclusive, perché, in questo caso, una diversa e coerente mobilitazione dei singoli e delle diverse espressioni della “vera” società civile sarebbero in grado di determinare ben altri scenari.
L'articolo che avete appena letto è il secondo di una serie di cinque che viene dedicata alla Campagna di Sensibilizzazione alla Donazione del Sangue e degli Emoderivati avviata da A.D.A.S.
Leggi il primo articolo
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In copertina: Foto di Ahmad Ardity su Pixabay
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Catanese, dopo una lunga esperienza sindacale nel comparto della Pubblica Amministrazione, si dedica - nei primissimi anni Novanta del secolo scorso, sulle pagine del quotidiano del pomeriggio di Catania Espresso Sera - all’impegno sociale e civile finalizzato a raccogliere e far emergere le condizioni e le aspettative delle singole 17 Circoscrizioni in cui, all’epoca, era suddiviso il capoluogo etneo.
Dopo la chiusura del giornale, trasferisce lo stesso impegno sulle colonne del settimanale Prospettive, accompagnandolo - con ravvicinata periodicità - a spazi dedicati alle iniziative delle associazioni di volontariato attive nel territorio.
Ha curato il notiziario del Consiglio Provinciale Etneo della Consociazione dei Gruppi Donatori di Sangue “Fratres”, la newsletter della sezione “Antonio Farsaci” del Tribunale per i Diritti del Malato di Catania ed il Bollettino della Conferenza dei Comitati Consultivi delle Aziende Sanitarie della Regione Siciliana.
Con ilpapaverorossoweb torna in campo per un percorso di ricerca e proposizione di frammenti di quanto si sta muovendo nel vasto ed ancora indefinito universo della digitalizzazione sanitaria e della telemedicina in modo da cercare di coinvolgere e stimolare conoscenze e contributi su una materia che, comunque, pregnerà e condizionerà sempre di più l'esercizio della sanità nonché per proporre elementi di conoscenza riguardanti peculiari aree ambientali, come le 74 riserve naturali della Sicilia.