Francesco Perez: “Le nostre disabilità ignorate dall’amministrazione comunale di Siracusa”

Autore:
Antonio Andolfi
04/10/2021 - 03:57

A settembre si è insediato un Comitato cittadino perSiracusa Capitale Italiana di Cultura 2024”, numerosi gli interventi e le proposte a sostegno della candidatura da parte delle rappresentanze della cultura, industria, professioni, commercio, promozione del patrimonio artistico, storico e ambientale, ecc.

Il sindaco ha dichiarato: «La grande partecipazione della società civile in tutte le sue articolazioni dimostra un profondo amore verso la città. Adesso questo slancio deve tradursi in un dossier fatto non solo di programmazione culturale ma anche di proposte di cambiamento della città a molte delle quali abbiamo già lavorato. Nel dossier infatti entreranno anche quei progetti già finanziati per oltre 35 milioni con il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ai quali si aggiungono quelli di Agenda Urbana e Bando Periferie, che daranno l’idea di sviluppo pensata per Siracusa». Per altri «l’obiettivo del riconoscimento va cercato nel dimostrare una progettualità che coinvolga il territorio, cioè fare di Siracusa una città laboratorio. Questo darebbe originalità e unicità al progetto».

Per dirla con Greta Thunberg, unblablablache non convince Francesco Perez.

«Sono un disabile, vado in carrozzella, da tempo ho evidenziato le nostre difficoltà in città. Abbiamo formato specifiche associazioni e varie volte abbiamo scritto al Comune».

Perché?

«C’è voglia d’inclusione, di qualità e parità di vita, ma nessuno ci ascolta mentre noi vediamo quotidianamente compromessa la possibilità di partecipare a una qualsiasi occasione cittadina perché costantemente bloccati dal modo anarchico di parcheggiare dei siracusani che non hanno alcuna attenzione e rispetto per i disabili. A volte sono rimasto chiuso in auto e ho dovuto chiamare gli amici e i vigili per far portare via l’auto che mi bloccava. È questa civiltà, cultura? Al molo Sant’Antonio hanno costruito i bagni, ma mancano rampe e hanno dimenticato i percorsi specifici per l’accessibilità cosicché le auto parcheggiano ovunque e noi subiamo una quotidiana violenza. Eppure le soluzioni esistono, ne abbiamo discusso anche con assessori e vigili, siamo stati propositivi nell’indicare possibili soluzioni, ma nulla cambia. Non possiamo chiamare sempre il carro attrezzi, in questo modo non si educa la comunità e il siracusano persevera nella sua cultura menefreghista. Ormai da due anni chiediamo una corretta regolamentazione. Ora siamo giunti al limite della sopportazione».

La responsabilità è soprattutto dell’inciviltà dei cittadini?

«Per noi la colpa maggiore sta nell’amministrazione. Non c’è bisogno solo di contravvenzioni: infatti, in zone della città dove tutti sanno che normalmente passa un controllo le persone sono più attente. Per cui ci vuole controllo, regolamentazione, cartellonistica e altro ancora. Perfino chi è preposto a interventi di questo genere non è coscienzioso, anzi a volte incompetente. A Piazza della Repubblica può anche andar bene l’urbanistica tattica, ma dove vi sono le palme hanno tolto le panche e messo dei gradini. Secondo l’assessore Maura Fontana la rampa sarebbe stata pericolosa per i bambini che lì devono giocare, così mi ha risposto. Ma dal mio punto di vista il suo dire è stato altamente discriminatorio: ha pensato solo ai normodotati. Anche all’ingresso della scuola hanno creato una rampa di oltre 15% da terra quando dovrebbe essere per legge 8 max 10% dove esistono spazi minimi, situazione che lì non c’è. Anche su ciò l’assessore Fontana ha tergiversato, rispondendomi con messaggi che non mi hanno per nulla convinto sulla competenza, e sua sensibilità verso certe problematiche, con cui ci si muove. L’amministrazione così fa acqua da tutte le parte, dovrebbe ripensare alle sue scelte. Ho parlato varie volte con l’assessore Carlo Gradenigo, ultimamente mi ha detto che ci farà una sorpresa. Quale? Non vedono com’è messa la città? Ci sono continui incidenti anche mortali e su questo cosa si fa? Come associazione abbiamo prodotto un progetto, ma ci stiamo stancando di trovarci sempre a porte e bocche chiuse, non possiamo più accettare che tutto rimanga così. Alla città manca una valorizzazione completa e competente, è la realtà fattuale».

Dunque formare/educare il siracusano ad essere più civile in una città che voglia dimostrare sul serio d’avere il titolo di Capitale Italiana della Cultura; non bastano i monumenti o gli eventi, perché il comportamento di ognuno, dal sostare al rendersi partecipe delle altrui difficoltà, fa una grande differenza.

 

L’articolo che avete appena letto ci è stato gentilmente concesso dal quotidiano La Civetta di Minerva che ringraziamo.

 

In copertina: Siracusa - Foto di Kevin Saragozza - Opera propria, CC BY-SA 4.0

https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=102066991

 

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