Riconosciuta anche in Italia la Lingua dei Segni

Autore:
Redazione
18/06/2021 - 04:00

Lo scorso 19 maggio è stato un giorno storico per tutte le persone sorde che vivono in Italia perché dopo quarant’anni la nostra Repubblica ha finalmente riconosciuto la Lingua dei Segni Italiana, colmando il grave ritardo che l’aveva portata ad essere l’unico paese in Europa a non averlo ancora fatto.

La Camera ha approvato il disegno di legge, già passato dal Senato, di conversione in legge del cosiddetto Decreto Sostegni, che all’articolo 34 ter «riconosce, promuove e tutela la Lingua dei Segni Italiana (LIS) e la Lingua dei Segni Italiana Tattile (LIST)». L’articolo con le “Misure per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e l’inclusione delle persone con disabilità uditiva” individua, inoltre, le figure dell’interprete LIS e dell’interprete LIST quali professionisti specializzati nella traduzione ed interpretazione rispettivamente della LIS e della LIST. Un successivo decreto definirà i percorsi formativi per l’accesso alle professioni di interprete LIS e di interprete LIST e le norme transitorie per chi già esercita tali professioni. Nel testo si legge anche che «per favorire l’accessibilità dei propri servizi, le pubbliche amministrazioni promuovono la diffusione dei servizi di interpretariato in LIS e in LIST, la sottotitolazione e ogni altra modalità idonea a favorire la comprensione della lingua verbale nonché iniziative di formazione del personale». Infine, per favorire l’inclusione sociale delle persone con disabilità uditiva, la Presidenza del Consiglio dei Ministri promuoverà campagne di comunicazione.

In ogni caso, per capire i risvolti pratici del riconoscimento della Lingua dei Segni bisognerà aspettare i decreti attuativi, ma, come ha rimarcato Amir Zuccalà, responsabile Progetti dell’Ente Nazionale Sordi, grazie a questa norma «la lingua dei segni dovrà essere un servizio da garantire negli eventi pubblici e non più una preghiera da rivolgere a qualcuno o una battaglia da fare ogni volta».

Francesca Malaspina, presidente dell’Associazione Interpreti di Lingua dei Segni Italiana (ANIOS), sottolinea come adesso sia «necessario lavorare di concerto affinché la formazione degli interpreti LIS sia elevata a livello accademico. Finalmente si potrà portare all’università il corso per interprete della lingua dei segni equiparandolo a quello per interprete vocale. Fino ad oggi la formazione è stata affidata ad enti privati, alcuni qualificati altri più discutibili, che non devono rispettare standard minimi e ai candidati in alcuni casi non richiedono neanche il diploma di scuola media. Sarebbe quindi auspicabile dare piena attuazione alla Risoluzione del Parlamento Europeo del 23 novembre 2016 in particolare in riferimento alla sezioneInterpreti di Lingua dei Segni Professionisti e Qualificatirelativamente alla creazione di un registro come sistema di accreditamento ufficiale e di controllo della qualità, di enti super partes che non siano mossi da alcun interesse economico derivante dalla gestione degli interpreti. Serviranno fondi per istituire ricerche sulla lingua dei segni, e affinché vengano inseriti lettori sordi all'interno delle Università. Le persone sorde meritano, dopo anni di lotte, servizi di qualità e professionisti preparati. Sarà necessario lavorare il ambito sanitario, scolastico, giudiziario, legale e notarile, rivedere l' impianto legislativo».

Le persone sorde, grazie al riconoscimento della Lingua dei Segni, adesso hanno il diritto di scegliere liberamente come comunicare. In Italia, stando ad un’indagine Istat datata 2015, sono 8,6 milioni i cittadini (dai 15 anni in su) con limitazioni moderate all’udito e 2 milioni quelli con limitazioni gravi. Mentre le persone che percepiscono un’indennità in quanto affette da sordomutismo (quelle che più di tutti gli altri potrebbero beneficiare della LIS) sono 45.000.

«La Lingua dei Segni è una modalità aggiuntiva e complementare alla via uditiva per i portatori di protesi acustica e di impianto cocleare, ossia l’orecchio artificiale elettronico per i gravemente sordi, ma è l’unica lingua per i sordi dalla nascita che non hanno imparato a parlare bene non avendo mai utilizzato dispositivi di supporto uditivo», ha dichiarato a il Fatto Quotidiano Gaetano Paludetti, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria del Policlinico Gemelli di Roma e presidente della Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale.

Il professor Paludetti ha anche sottolineato il fatto che la LIS diventa estremamente importante per coloro che mal sopportano i dispositivi di supporto uditivo in determinate circostanze. «Si può avere l’effetto acustico di rimbombo e in generale si possono avvertire dei rumori di fondo, che possono dare fastidio specialmente negli spazi affollati. Per ridurre questi disagi, sarebbe opportuno finanziare interventi, poco onerosi, per migliorare l’acustica degli ambienti chiusi, come le scuole e le chiese, e di tutti i luoghi pubblici».

In conclusione, riportiamo anche l’opinione del portavoce dell’Associazione Nazionale Sordi, Renato Di Carlo, che fa notare come la maggioranza dei sordi e delle persone con problemi uditivi non usi la LIS. Da ciò consegue che al Governo e al Parlamento vanno richieste altre misure urgenti che riguardano, ad esempio, «l’inclusione delle batterie per impianti e protesi nel nomenclatore tariffario dei dispositivi erogabili dal Servizio Sanitario Nazionale e la sottotitolazione di qualità per tutti i programmi televisivi».

 

In copertina: Foto di cottonbro da Pexels

 

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