La felicità? Una questione di geni!

Autore:
Redazione
19/11/2020 - 04:56

Potrebbe essere dipendente dal corredo genetico il grado di felicità e serenità che percepiamo, anche se è quasi impossibile modificare le manifestazioni genetiche per migliorare questi aspetti.

L’ipotesi arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Genetics che, condotto da esperti della Vrije Universiteit Amsterdam (Paesi Bassi), ha individuato le regioni genetiche che sembrano essere collegate all’espressione di sentimenti legati alla soddisfazione.

«Geni ed emozioni sembrano essere strettamente correlati. Dai nostri risultati sono emerse diverse varianti ereditarie per la soddisfazione e diverse posizioni del genoma umano che possono spiegare diversi gradi di azioni nevrotiche», ricorda la psicologa e genetista comportamentale Meike Bartels.

Il gruppo della Vrije Universiteit Amsterdam ha sottoposto ad indagini genomiche e misurazioni del grado di soddisfazione e benessere circa 300.000 persone. Sono state così scoperte venti regioni legate alla soddisfazione collegate al genoma, ma, come sostengono gli esperti, non bisogna dimenticare che le influenze ambientali esterne influiscono direttamente sul modo in cui i geni si presentano. Del resto la gran parte dei fattori ambientali si lega ad influenze genetiche.

«Conoscere la posizione dei singoli geni solleva preoccupazioni etiche sulla possibilità di alterare il codice genetico, ma è importante precisare che l’assenza di questi cromosomi non implica l’impossibilità di provare sentimenti positivi», sottolinea la dottoressa Bartels.

Uno studio precedente, pubblicato nel 2016 sul Journal of Happiness Studies, aveva invece determinato che le influenze genetiche rappresentano il 32-40% del potenziale dei sentimenti positivi. «Il 60% della felicità che percepiamo è attribuito allo stile di vita e ad altre influenze esterne», conferma Susan Zinn, psicoterapeuta che esercita a Santa Monica, in California.

«È completamente possibile “ricablare” il nostro cervello per la felicità. Si tratta di fare una serie di scelte. Non è diverso dal decidere cosa indossare o quale cibo ordinare. Quando si tratta di felicità, possiamo fare molto al riguardo, ma per raggiungerne una parvenza è fondamentale abbandonare la ricerca della perfezione e della realizzazione», afferma Susan Zinn che aggiunge che per la cultura americana è abbastanza comune associare il piacere al successo e alla perfezione.

«Questo pilota l’attenzione su cosa si vuole fare piuttosto che sul viaggio lungo la strada – commenta Susan Zinn – fare cose per qualcuno, invece, come dimostrano alcuni studi, aiuta a distogliere l’attenzione da se stessi e a provare sentimenti positivi». La psicoterapeuta statunitense suggerisce la possibilità di intraprendere attività di sostegno agli altri, come fare collette alimentari per coloro che non hanno possibilità.

«L’esercizio fisico rappresenta un’ottima valvola di sfogo sia per il corpo che per la psiche: il movimento porta alla produzione di dopamina, una sostanza che nutre la sensazione di benessere. Ma anche un’alimentazione sana ed equilibrata comporta una notevole influenza per l’autostima, il benessere e la conseguente sensazione di soddisfazione». L’esperta aggiunge poi che anche il contatto con la natura può portare benefici e ridurre il senso di oppressione, favorendo la percezione del legame con l’Universo.

«Un altro fattore fondamentale è l’atteggiamento positivo. Le persone che riescono a ridere anche nelle situazioni più complesse sono in grado di migliorare il livello di soddisfazione. Ultimo, ma non meno importante, il fattore psicologico legato alla meditazione consapevole, la filosofia e la fede sembrano aiutare a conferire un senso più profondo alle nostre esistenze», dice in conclusione Susan Zinn.

(Fonte: AGI - Foto di copertina: Pixabay)

 

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