Prima viene il nero: il nuovo ed incisivo libro di Anna Monosi
Un’opera frutto dell’intensità più profonda dell’autrice. Un testo la cui lettura scuote nell’intimo, lasciando un messaggio di critica radicale.
Stiamo parlando di Prima viene il nero, libro che, scritto da Anna Monosi e pubblicato da Villaggio Maori Edizioni, è stato presentato lo scorso 8 maggio presso la Pinacoteca Sciavarrello di Catania. L’evento è stato organizzato dalla Città Metropolitana di Catania, di cui è portavoce Silvana Bonaccorso, in occasione della più ampia rassegna Il Maggio dei Libri, manifestazione che evidenzia l’importanza della lettura e del libro come strumento di espansione della libertà e valore sociale. Una rassegna che, nata nel 2011, vede ogni anno un pullulare di incontri volti appunto alla sensibilizzazione verso la lettura.
Anna Monosi racconta questi personaggi grotteschi in misura dissacrante. Ne viene fuori un volume che espone totalmente la verità, senza alcuna sorta di consolazione. Fernando, per via del contesto retrogrado in cui si è ritrovato, subisce una forte violenza psicologica. Neppure la madre riesce a comprenderlo, poiché è volta sempre ai doveri sociali e non mostra affetto nei confronti del giovane. Il protagonista è l’unico ad agire con piena consapevolezza. Tutti gli altri interpretano ruoli seguendo parametri sociali autoimposti. Agli abitanti di Gottofaro non interessa la verità; hanno deciso di aggrapparsi alle sbarre della gabbia in cui vivono.
Affiora quindi un significato importante: la maggioranza preferisce la zona confort che dà sicurezza piuttosto che mettere in discussione la propria vita e tendere alla libertà. Quest’ultima equivale all’ignoto, perciò sempre più difficilmente la si sceglie. La realtà di Gottofaro ruota tutta intorno alla festa patronale, al di là di questa è un paese senz’anima. Si scandisce così lo spazio e il trascorrere del tempo. Non a caso il titolo precedente del libro, prima della sua pubblicazione, era Carosanto. In seguito, l’autrice sceglie Prima viene il nero per meglio sottolineare i contenuti incisivi che tratta. Un colore che espone senza filtri alla verità; una varietà cromatica che indica il rigetto verso un contesto stantio. Il nero indica il lutto rispetto alla negazione dell’individualità, come avviene a Gottofaro, nonché di ideali e valori autentici.
Anna Monosi è una scrittrice emergente. Originaria della Puglia, attualmente vive a San Giovanni La Punta (CT). Segue corsi di scrittura con Elvira Seminara e con ALEPH, una scuola gestita da Villaggio Maori Edizioni. È proprio quest’ultima che le permette di pubblicare Prima viene il nero, il primo libro scritto interamente da lei. In precedenza, Anna ha collaborato nella stesura di un testo “a sei mani”, Assassine. Il colore dell’innocenza, che, edito da L’Erudita nel 2021, vede un filo rosso che collega tre donne e tre storie. L’intensa passione per la lettura spinge dunque Anna Monosi a compiere il gran salto e a decidere di essere lei a raccontare, quindi ad esprimere la sua soggettività.
Prima viene il nero racconta una realtà verosimile, quella dei paesini di provincia, spesso caratterizzati da bassi livelli di energia vitale. Contesti spenti e stagnati che mettono in difficoltà coloro che presentano una spiccata sensibilità, poiché si tratta di attitudine per cui non vi è posto. Gli abitanti di un paese volgono solo ad adeguarsi ai canoni dominanti e ciò porta a manifestare chiusura verso ciò che non vi rientra.
Quello di Anna Monosi è dunque un libro dissacrante nei confronti di certo conformismo tipico delle realtà paesane. Una lettura assai istruttiva per chi ha vissuto in tali contesti e qui si ritrova in parole e contenuti. La bellezza della scrittura consiste proprio nell’idea che l’autore o autrice può manifestare ampiamente, e come meglio crede, la creatività, le emozioni, la razionalità, la fantasia.
In copertina: Un momento della presentazione di Prima viene il nero - da sinistra a destra: Lidia Papotto, Anna Monosi e Silvana Bonaccorso.
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Autore
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Classe 1991, Angela Strano ha studiato Politica e Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Catania.
Da sempre affascinata dal mondo della comunicazione, con particolare riferimento alle teorie del linguaggio e del rapporto tra mass media, cittadini e politica, per la sua Laurea Triennale ha discusso una tesi dedicata alla manipolazione del linguaggio.
Ama scrivere, atto che per lei è manifestazione ampia della libertà di espressione, ed ha come sogno nel cassetto quello di diventare giornalista.