A Londra gli scatti di fotografe italiane che parlano di donne e lavoro

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Redazione
21/12/2021 - 02:01

Donne di diverse generazioni, donne che hanno in comune il fatto di aver utilizzato la macchina fotografica come strumento di emancipazione personale ed indagine politica e sociale.

Sono le protagoniste di Attraverso lo sguardo femminile: le donne e il lavoro in Italia dagli anni '50 (Through the female gaze: women and work in Italy since the 1950s), la mostra collettiva che, curata da Maria Chiara Di Trapani, racconta come alcune donne fotografe si siano confrontate con il tema del lavoro in Italia, tema che è stato analizzato tramite due modalità differenti: fotografia documentaria e sperimentazione artistica come ricerca del sé. Una sensazione di rispetto e di empatia emerge da ognuno degli scatti esposti, a prescindere dal periodo storico in cui sono stati realizzati.

Coordinata dagli storici Ilaria Favretto (Kingston University), Nico Pizzolato (Middlesex University) e Eloisa Betti (Università di Bologna), l’esposizione si è aperta lo scorso 3 dicembre all'Istituto Italiano di Cultura a Londra e sarà visitabile, prima di trasferirsi all’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo dall’8 marzo al 30 aprile 2022, fino al 23 dicembre.

Si possono ammirare oltre cento immagini in un percorso che prende forma dagli archivi di dodici autrici e due collettivi (Paola Agosti, Marcella Campagnano, Lisetta Carmi, Liliana Barchiesi, Letizia Battaglia, Cristina Omenetto, Collettivo Donne Fotoreporter, Nicole Gravier, il Gruppo del Mercoledì, Allegra Martin, Gabriella Mercadini, Michela Palermo, Alessandra Spranzi e Francesca Volpi), insieme a una scelta ragionata dalla Collezione Donata Pizzi e stampe provenienti dall'Archivio UDI (Unione delle Donne Italiane) di Bologna.

Alcune delle fotografe al centro della mostra sono note al grande pubblico ed hanno ricevuto grandi riconoscimenti internazionali, come Letizia Battaglia, prima donna a dirigere un team fotografico di un quotidiano come L'Ora, per il quale ha documentato per oltre un decennio gli omicidi della guerra di mafia a Palermo; Lisetta Carmi, nota per la sua pionieristica serie I travestiti (1965), uno dei primi lavori fotografici dedicati alla questione di genere in Italia, di cui in questa occasione sono esposti gli scatti dedicati ai lavoratori del Porto di Genova e delle fabbriche di sughero in Sardegna.

Il pubblico inglese sta avendo anche l'opportunità di vedere per la prima volta il reportage etnografico di Paola Agosti, Immagini dal mondo dei vinti, e la serie La donna e la macchina, così come i servizi fotogiornalistici di Gabriella Mercadini, fotografa militante e storica collaboratrice di Noi Donne e del quotidiano Il Manifesto, che nel corso della sua carriera si è impegnata a riprendere su pellicola scioperi, cortei e manifestazioni, concentrandosi sui temi dell'emancipazione femminile negli anni '70.

Del resto proprio la ricerca del sé tra identità femminile e ruoli sociali è il tema principale della sperimentazione artistica nello stesso decennio. Come vediamo negli scatti di Nicole Gravier, Alessandra Spranzi e Liliana Barchiesi, che hanno messo in discussione miti e cliché di genere realizzando serie fotografiche che si distinguono per lo stile ironico e irriverente.

Nella serie Ruoli di Marcella Campagnano travestimento, trucco e camouflage sono gli strumenti di un consapevole gioco collettivo per svelarsi e liberarsi da pregiudizi e stereotipi in un’atmosfera sospesa tra happening e ritratto in studio. La prima foto di ognuno dei “ruoli” ritrae la donna negli abiti con cui arriva in studio. Nelle immagini successive, invece, interpreta ilgioco di svelarsi al mondo” mostrandosi, ad esempio, come suora, intellettuale, moglie devota, novella sposa.

A questi ritratti fanno eco i tableaux vivants realizzati dal Collettivo Donne Fotoreporter in cui professioniste e amiche animano fotografie che invitano a una riflessione sulla condizione femminile nel contesto della professione fotografica, ribaltando stereotipi e punti di vista abituali.

Infine, segnaliamo che il percorso espositivo propone anche Covid 2020, opera di Francesca Volpi, la fotorepoter che ha mostrato al mondo i primi tragici momenti dell’emergenza a Bergamo nel 2020. Un lavoro delicato e potente che lascia intravedere l’impegno del personale medico e il rispetto e la dedizione della fotografa.

(Fonte: ANSA)

 

In copertina: Paola Agosti, La donna e la macchina, 1978, Collezione Donata Pizzi

 

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