Comunicazione Aumentativa e Alternativa, aiuto concreto per 800.000 italiani che non parlano

Autore:
Redazione
08/10/2018 - 13:53

Sono 800.000 gli italiani che, a causa di patologie acute, croniche o congenite, non riescono a parlare in maniera autonoma.

In loro aiuto arriva unsuperlinguaggio”, la Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA), cioè l'insieme di modalità, strategie e tecnologie che possono migliorare la capacità comunicativa. La CAA, e l'uso in generale delle tecnologie “assistive”, rientra tra gli strumenti di ultima generazione che possono aiutare chi soffre di disturbi del linguaggio ed è stato il tema al centro del XII Congresso della Federazione Logopedisti Italiani che si è tenuto a Palermo nei giorni scorsi. Anche la logopedia, infatti, ha registrato notevoli successi grazie alla tecnologia e oggi è possibile personalizzare non solo terapie tradizionali e classiche, ma anche aiuti offerti dal supporto tecnologico: basti pensare ai sintetizzatori vocali e alle tavole comunicative cartacee (dotate di simboli e immagini o di lettere), ai comunicatori dinamici e a puntamento oculare, ad oggetti e dispositivi ad uscita vocale.

In particolare, la Comunicazione Aumentativa è fondamentale nei bambini e nei ragazzi: più del 2%, tra 0 e 18 anni, ha una disabilità ed è stato stimato che almeno un quarto presenta disturbi nella comunicazione, transitori o permanenti. Negli ultimi anni è stato evidenziato anche un aumento di bimbi che necessitano di supporto allo sviluppo del linguaggio. Questo incremento è determinato da una serie di fattori, tra cui le problematiche legate all'autismo, in crescita, che nel 25% dei casi non permette l'acquisizione completa del linguaggio. A questo si aggiunge la maggior sopravvivenza alla nascita di bimbi molto prematuri, con altre patologie come paralisi cerebrale o disabilità intellettiva, oltre alla sopravvivenza di bambini con tumori cranici, cerebrali o ictus.

«I supporti tecnologici - spiega la presidente FLI, Tiziana Rossetto - sono entrati prepotentemente nella quotidianità dei logopedisti. La preparazione tecnologica del professionista oggi diventa imprescindibile, al pari di quella scientifica».

(ANSA)

 

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