Insonnia: quando il problema è la luce di smartphone e tablet

Autore:
Antonio Percolla
23/02/2016 - 09:22

Se passate un’ora guardando il display del vostro smartphone prima di andare a dormire, potrebbero servirvi centinaia di pecore in più da contare prima di prender sonno. O in termini scientifici, potreste compromettere la produzione di melatonina, sostanza che regola lo stato di dormiveglia e che viene secreta dalla ghiandola dell’epifisi. Ciò avviene normalmente quando il nostro corpo avverte di trovarsi all’interno di un ambiente poco illuminato. Ma quando guardiamo intensamente lo schermo di un cellulare, di un tablet o di un PC, esponiamo i nostri occhi alle cosiddette “luci blu”, raggi di luce a bassa lunghezza d’onda capaci di raggiungere le nostre retine. E durante le ore notturne, di impedire la naturale secrezione di melatonina.

I dispositivi digitali non sono però da considerare come demoni assoluti del nostro sonno. Per scongiurare i pericoli per la nostra salute derivanti dalle luci a bassa lunghezza d’onda può essere sufficiente utilizzare delle particolari lenti o software capaci di filtrare i raggi di luce blu. È questo quanto emerge da uno studio sull’emissione di luce dei dispositivi elettronici condotto dall’università inglese di Surrey. Il gruppo di medici e studiosi ha dapprima eseguito una comparazione delle emissioni di smartphone, tablet,e lettori di libri digitali nella visualizzazione di un testo nero con sfondo bianco: in questa fase è stato appurato che l’impiego di occhiali con lenti filtranti può ridurre fino a 8 otto volte l’irradiazione di luce blu, come nel caso dell’iPad.

Successivamente il gruppo ha confrontato il celebre gioco Angry Birds con una applicazione per bambini, appositamente realizzata per ridurre al minimo l’impatto delle luci blu alla vista. La riduzione delle emissioni di luce blu si è rilevata significativa e paragonabile al precedente impiego delle lenti filtranti. Una constatazione che incoraggia il gruppo di medici a consigliare di filtrare i display mediante applicazioni apposite.

I rischi derivanti dalle emissioni di luce blu non sono una novità per chi lavora al PC: in quest’ambito, da anni esiste il programma gratuito e open source Flux, disponibile su Windows, Mac e Linux. Su iPhone e iPad dalla prossima versione di iOS 9.3 sarà disponibile la funzionalità Night Life che permetterà di ridurre l’emissione di luce blu. Sui dispositivi Android invece è possibile installare diverse app che permettono di raggiungere lo stesso scopo: sia a pagamento che gratuite. Il consiglio generale, qualunque sia il dispositivo, è invece sempre lo stesso:  quando non è necessario, ridurre al minimo la luminosità del display.

 

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