Sport fai da te? Sì, ma attenzione ai rischi

Autore:
Andrea Cuscona
06/06/2019 - 03:47

“Mens sana in corpore sano” è un antico adagio, ma sempre in voga, con il quale già qualche millennio fa si soleva definire il complesso e biunivoco rapporto tra benessere psichico e fisico. Dietro e oltre questa espressione, con l'inevitabile mutamento delle abitudini sociali, occorre ridefinire i contorni di ciò che è davvero sano e cosa non lo è, al di là delle possibili apparenze.

Svariati studi scientifici hanno dimostrato che uno stato di salute ottimale può essere raggiunto soltanto quando le componenti corpo e mente sono sane, ossia in assenza di patologie, armonicamente sviluppate e resilienti rispetto alle inevitabili negatività esterne. Forse un soggetto perfettamente “sano”, sotto il profilo medico, può non esistere, ma di sicuro gli stili di vita corretti, l'attenta alimentazione, l'attività fisica, rapporti sociali, amicali e affettivi appaganti, un ambiente salubre contribuiscono a delineare il profilo di una persona la cui salute è ben garantita.

Come riportato dall'ISS: «L’evidenza scientifica parla chiaro: svolgere una regolare attività fisica favorisce uno stile di vita sano, con notevoli benefici sulla salute generale della persona. Ad ogni età, una regolare attività fisica, anche moderata, contribuisce a migliorare la qualità della vita in quanto influisce positivamente sia sullo stato di salute (aiutando a prevenire e ad alleviare molte delle patologie croniche) sia sul grado di soddisfazione personale (contribuendo a sviluppare dei rapporti sociali e aiutando il benessere psichico). L’esercizio fisico, infatti, riduce la pressione arteriosa, controlla il livello di glicemia, modula positivamente il colesterolo nel sangue, aiuta a prevenire le malattie metaboliche, cardiovascolari, neoplastiche, le artrosi e riduce il tessuto adiposo in eccesso. Inoltre, riduce i sintomi di ansia, stress, depressione e solitudine e comporta benefici evidenti per l’apparato muscolare e scheletrico. L'esercizio fisico, preferibilmente di tipo aerobico, non deve essere necessariamente intenso: per essere fisicamente attivi sono sufficienti semplici movimenti che fanno parte della vita quotidiana, come il camminare, ballare, andare in bicicletta e fare i lavori domestici. Infatti, l’attività fisica è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come “qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico”».

Proprio l'attività fisica, ed in particolare quella fai da te, è al centro della nostra riflessione, poiché rappresenta uno dei fattori più importanti per mantenere uno stato di salute ottimale. Tuttavia bisogna anche riflettere sui rischi, più o meno gravi, di un'attività o uno sport praticati in maniera scorretta e senza i basilari controlli medici che dovrebbero precederli ed accompagnarli.

Sulla scorta dei dati riportati dal Ministero della Salute, nel mondo, 1 adulto su 4 e 3 adolescenti su 4 (di età compresa tra 11 e 17 anni), non svolgono attività fisica secondo le raccomandazioni dell’OMS. In Italia solo il 18% dei bambini pratica sport per non più di un’ora a settimana (OKkio alla salute 2016). Tra gli adulti: il 33,6% delle persone con età compresa tra 18 e 69 anni è classificato come sedentario, cioè non fa un lavoro pesante e non pratica attività fisica nel tempo libero (PASSI 2014-2017). Fra gli over 65, l’attività maggiormente praticata è camminare fuori casa, le attività domestiche rappresentano l’interesse principale, troppo poco il tempo dedicato ad allenare la forza muscolare (PASSI d'argento 2016-2017). Di sicuro sono numeri ben poco confortanti, che rappresentano l'estremo opposto (la sedentarietà). Ma vi sono altrettanti rischi nascosti dietro una scorretta pratica di sport o attività fisiche, a volte addirittura fatali.

Proprio di recente, un 48enne catanese è morto a causa di un improvviso malore mentre praticava jogging sul lungomare della città. Purtroppo non è il primo ed unico caso, ma è utile una riflessione che vada oltre la statistica e guardi ad un orizzonte più ampio. Chi svolge attività motoria conosce il proprio corpo? Prima di cimentarsi in qualsiasi sport fai da te si effettuano i dovuti accertamenti medici preliminari? Sappiamo cogliere tutti i segnali che l'organismo ci manda? Siamo sicuri che la sola sensazione percepita di benessere porti benefici senza rischi? Non è facile rispondere a tutte queste domande, però è giusto centrare l'attenzione su cosa andrebbe fatto e cosa evitato.

Esistono delle preziose linee guida diramate proprio dal Ministero (“Linee di indirizzo sull’attività fisica per le differenti fasce d’età e con riferimento a situazioni fisiologiche e fisiopatologiche e a sottogruppi specifici di popolazione”) che analizzano lo stato di salute psicofisico di soggetti-tipo in rapporto alla possibilità di praticare sport e attività motoria. Una lettura approfondita di questo documento è utile per tutti, ma in particolare per anziani, bambini, sottocategorie quali donne in gravidanza e allattamento, diabetici, trapiantati ed altri. Ovviamente si tratta di specifiche situazioni, per le quali si presume che i soggetti inclusi si apprestino all'attività fisica sotto controlli medici e non in totale autonomia.

Valgono allora alcuni consigli: chi soffre di ansia e/o depressione può combatterle con lo sport, ma chi assume farmaci deve però sapere che alcuni possono portare affaticamento, sonnolenza, modificare il senso dell'equilibrio e accentuare la disidratazione, perciò è bene chiedere consiglio al medico. I soggetti ipertesi devono dosare attività di tipo aerobico (tapis roulant oppure cyclette o nuoto) e di resistenza (stimolando i larghi fasci muscolari con carichi light, controindicato invece il sollevamento pesi). Alla fine prevedere sempre una fase di raffreddamento lento, se ci si ferma bruscamente la pressione potrebbe calare di colpo. I farmaci antipertensivi potrebbero aumentare il senso di fatica ed è bene chiedere informazioni al proprio medico. Per i dolori articolari sono indicate attività senza impatto, come nuoto, acqua-gym, cyclette e i corsi per la flessibilità. Evitare le attività vigorose e ripetitive. Il riscaldamento è fondamentale, inutile invece lo stretching al termine dell'attività. Per il mal di schiena niente tapis roulant, il nuoto va bene ma evitando lo stile a rana, ottimale la ginnastica posturale. I soggetti affetti da osteoporosi devono astenersi dal fare torsioni innaturali, meglio utilizzare supporti, ed è bene aumentare le attività aerobiche e di resistenza che rinforzano la massa ossea. No ai pesi troppo leggeri, meglio carichi di modesta entità per sollecitare l'ossatura. Chi vuole ridurre il colesterolo HDL opti per un allenamento di tipo aerobico, di intensità bassa o media.

Tuttavia i rischi esistono anche per coloro i quali non si trovano in nessuna delle categorie di cui sopra. Nella maggioranza dei casi un soggetto sano che pratica sport in maniera scorretta può andare incontro a banali infortuni, guaribili purché ben curati, nonché affaticamento o problemi posturali ma il rischio è anche quello di reiterare, senza accorgersene, un danno di modesta intensità, portandolo poi alla sua cronicizzazione. Ci sono poi casi più estremi, che portano a danni severi se non oltre, ma non bisogna fomentare nemmeno l'allarmismo. Nell'era del web e dei devices ricchi di app per mantenersi in forma non mancano poi gli usi impropri di tabelle di allenamento, esercizi fai da te e quant'altro. Attenzione, siamo tutti diversi e ciò che è idoneo per uno può non esserlo per un altro. Dunque occhio alle spie d'allarme, non vanno trascurate.

Un capitolo a parte merita l'alimentazione di chi fa attività motoria, perché influisce in maniera determinante. Anche in questo caso il parere di un medico, magari un nutrizionista, può orientare verso la giusta strada. Di pari passo, laddove prevista, è bene controllare l'integrazione. Secondo il Ministero della Salute: «L’eventuale uso di integratori può essere giustificato solo a condizione che: gli apporti energetici e nutritivi della razione alimentare vengano completati e non sbilanciati; si pratichino delle attività agonistiche o amatoriali che comportano un dispendio energetico particolarmente elevato e un’eccessiva perdita di minerali con la sudorazione; si scelga, tra le numerose opzioni disponibili, quella effettivamente rispondente alle proprie necessità specifiche e individuali (razioni d’attesa, fase di recupero, tipologia di sport); si osservino attentamente le modalità d’uso e le eventuali avvertenze, non superando le dosi consigliate ed evitando l’uso prolungato». Proprio in tema di alimentazione e integrazione, massima attenzione anche ai risultati di diete fai da te. Quanti adolescenti (e non) vedono nella mera e rapida perdita di peso, unita allo sport, lo strumento consono per raggiungere un ideale estetico che, in quanto tale, non è ovviamente universalmente valido? Davvero sono i chili in meno a definire lo stato di salute? E come vanno persi? Anche in questo caso un approccio grossolano può portare un soggetto inizialmente sano ad ammalarsi di vigoressia o di disturbi alimentari. Insomma, sì all'attività fisica, ma con cognizione di causa.

 

Per saperne di più

www.ilpapaverorossoweb.it/article/integratori-lo-sport-tra-benefici-e-dubbi

 

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